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DORA PALUMBO

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Scuole e spazi di socialità chiusi e promesse mancate: una passeggiata di 100 metri nella Bologna svuotata dalla Politica Del cemento

Nella giornata di venerdì 17 settembre abbiamo invitato giornaliste e giornalisti ad una breve passeggiata di qualche centinaia di metri nei quartieri Porto e Reno. Una conferenza stampa itinerante davanti ad alcuni luoghi paradigmatici dei problemi della città di Bologna: chiusura dei servizi sociali e scolastici, speculazioni edilizie, ambiente e inquinamento, abbandono di intere aree, chiusura e assenza degli spazi di socialità.

“Abbiamo scelto di incontrarci qui – commenta Dora Palumbo, Consigliera comunale e candidata sindaca di Sinistra Unita per Bologna – per segnalare il modo in cui una zona non certo di estrema periferia sia stata danneggiata dall’amministrazione Lepore/Merola: scuole comunali tagliate e al di sotto delle necessità, finanziamenti alle scuole private, assenza di spazi pubblici per la socialità e speculazione edilizia. In definitiva l’esito della totale assenza di una programmazione della città al servizio dei cittadini e delle cittadine, ma solo del profitto”.

La prima tappa della passeggiata è stata la scuola materna/nido comunale Marzabotto: “La chiusero nel 2015 per “lavori urgentissimi” – ha ricordato davanti alla scuola abbandonata Michele Terra, capolista al quartiere Porto e candidato al Comune per Sinistra Unita – promettendo la riapertura prima in 6 mesi poi in due anni. I lavori non sono mai iniziati, i bimbi sono stati inizialmente trasferiti in una struttura lontana (di proprietà privata), e poi le iscrizioni sono state deviate su altre scuole. Dopo sei anni, la struttura è abbandonata, e invece della ristrutturazione pare verrà venduta. E sul tema degli investimenti nella scuola pubblica è intervenuta anche Dora Palumbo, che nelle ultime settimane ha più volte portato la questione in Consiglio comunale: “Ora il candidato sindaco del PD Matteo Lepore, che sembra dimenticarsi del suo ruolo in giunta negli anni passati, rilascia dichiarazioni alla stampa in cui sembra aver vinto la lotteria, promettendo nuovi finanziamenti e l’apertura di nuove scuole. Da 50 a 100 milioni per le scuole: prima le chiudono e poi in campagna elettorale ne annunciano di nuove. Di certo maggiori investimenti nella scuola pubblica (ma anche un cambio di rotta rispetto ai finanziamenti alle scuole private) sono una necessità. Ma sarebbe importante superare questa rincorsa al cemento, e partire da una edilizia di riqualificazione e riapertura dei tanti spazi ed edifici abbandonati di proprietà del Comune”.

Un tema, quello degli spazi abbandonati e dismessi che popolano la città di Bologna, che ritorna anche nella seconda tappa della passeggiata, all’angolo tra Via Marzabotto e Via Emilia Ponente, davanti alle macerie dell’ex casa del Popolo 20 Pietre. Il percorso della conferenza stampa si struttura su poche centinaia di metri, con lo scopo di incontrare alcuni luoghi paradigmatici dei problemi della città di Bologna: chiusura dei servizi sociali e scolastici, speculazioni edilizie, ambiente e inquinamento, abbandono di intere aree, chiusura e assenza degli spazi di socialità. “La casa del Popolo 20 Pietre – ricorda Dora Palumbo – era divenuto un punto importante di aggregazione per il quartiere. Ora al suo posto sorgerà un nuovo mega-condominio. A 200 metri di distanza troviamo l’ex stabilimento Sabiem, a 13 anni dalla chiusura della fonderia, questa enorme aerea rimane in gran parte ancora inutilizzata con ancora intere strutture in abbandono. Temiamo che anche qui si prepari l’ennesima operazione di edilizia di lusso e commerciale”.

La passeggiata organizzata da Sinistra Unita si è poi conclusa davanti all’Ex Cierrebi, un altro spazio chiuso da anni la cui riapertura continua ad essere rimandata. “Tutta l’area tra i quartieri Porto e Santa Viola – ha concluso Marco Fincardi, candidato al Comune e nelle lista per il quartiere Santo Stefano – ha buone possibilità e risorse per riqualificarsi e per non appiattirsi come un’anonima periferia. Tuttavia, se gli abitanti non riescono a far valere il proprio ruolo civile, la speculazione selvaggia si impossessa degli spazi pubblici e li colonizza ai propri interessi, facendo sparire ogni vero luogo d’incontro. Se invece qualcuno fa alzar la voce alla gente, ciò non avviene”.