Passante di mezzo, Tram, Stadio nuovo, Scuole Besta: quante colate di cemento in periferia servono per fare una politica “green”?
Oggi il Consiglio comunale torna a votare sul progetto delle scuole Besta, l’ennesima speculazione edilizia ammantata di green a cura della giunta Lepore. Contro questo ambientalismo di facciata che continua a tagliare gli alberi per far spazio al cemento, Sinistra Unita solidarizza con il Comitato Scuole Besta e ha partecipato al presidio che si è tenuto oggi alle 14 in Consiglio Comunale.
Al presidio hanno preso parte i nostri consiglieri di quartiere Michele Terra e Andrea Tornatore, che seguono da tempo la vicenda delle scuole Besta e il tentativo dei cittadini di salvare il parco Don Bosco. “Mentre i livelli di smog in città continuano a raggiungere cifre da record, l’amministrazione comunale continua a tapparsi le orecchie di fronte alle richieste di confronto dei cittadini – commenta Michele Terra – per questo abbiamo partecipato al presidio, per chiedere all’amministrazione di dare ascolto alle richieste del Comitato Scuole Besta. Alle richieste dei cittadini di ripensare le politiche comunali mettendo al centro la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, non basta più rispondere con la promessa di piantare nuovi alberi”.
Sono oltre 1300 le firme raccolte dal Comitato, che questo sabato ha organizzato una manifestazione molto partecipata all’interno del parco Don Bosco che ha raccolto il sostegno di oltre 20 associazioni. La questione delle scuole Besta si inserisce nella cornice più ampia dei tanti “progetti green” a firma PD che interesseranno il quartiere San Donato: Passante di Mezzo, tram, nuovo stadio e scuole Besta vanno a formare una cantierizzazione del quartiere che inciderà negativamente sulla qualità della vita dei cittadini e dell’aria che respirano.
“In un periodo di crisi climatica e fenomeni meteo estremi – scrive il Comitato – ci sembra surreale sacrificare decine di alberi adulti per nuove opere edificatorie. Ci chiediamo che senso abbia costruire una nuova scuola se si può riqualificare quella esistente. Insegnanti e genitori – peraltro – evidenziano che la nuova scuola rappresenta un arretramento dal punto di vista didattico e pedagogico”.