Interveniamo sull’alluvione che ha colpito la nostra regione dopo esserci presi qualche giorno di riflessione, necessario ad elaborare il lutto di un disastro di tali proporzioni e ad organizzarci per portare solidarietà alle persone colpite. Continueremo a partecipare alle tante mobilitazioni sul tema, a partire dall’assemblea pubblica che si terrà questo sabato alle 16 in Piazza del Nettuno, e che vedrà protagonisti i sindacati di base, gruppi e associazioni ambientaliste e tante forze politiche della sinistra extraparlamentare e dei movimenti bolognesi. Nel frattempo, ricordiamo a tutt* che chi vuole dare una mano può contattare le Brigate di Solidarietà Attiva.
L’alluvione che ha colpito la nostra regione non è l’imprevedibile conseguenza del maltempo, ma la catastrofe annunciata del cambiamento climatico. Ma individuare nel cambiamento climatico la causa dell’alluvione non significa ignorare le responsabilità politiche. C’è una responsabilità globale e di lungo corso che è quella del sistema economico e produttivo in cui viviamo, e di tutti i partiti liberisti che negli ultimi decenni lo hanno sostenuto e riprodotto. Il cambiamento climatico è un prodotto del capitalismo. Questo sistema, che ci viene venduto come il “migliore sistema possibile”, è quello che sta portando al collasso il mondo in cui viviamo.
Poi c’è la responsabilità di uno Stato vergognosamente assente, incapace di produrre una politica coerente di adattamento al cambiamento climatico e quel che è peggio poco interessato. Un governo che si è limitato a sporcarsi la punta degli stivali nel fango rappreso, arrivato con troppo ritardo e troppa poca convinzione.
Ma anche le responsabilità della politica locale abbondano. Il PD che governa la nostra regione e la nostra città si è dimostrato più volte essere un partito votato al cemento e alle grandi opere inutili, e ha preferito investire nella cementificazione piuttosto che nella prevenzione e nella manutenzione del territorio.
Se pensiamo a Bologna e all’esondazione del Ravone, una situazione dalla criticità ben nota ma la cui gestione è stata a lungo rimandata. “È da tempo che la copertura del Ravone cede su via Saffi – commenta infatti Michele Terra, consigliere di Sinistra Unita al Q.te Porto – le precipitazioni hanno fatto il resto. Aver rinviato i lavori fino al passaggio dei cantieri del tram è stata una scelta scellerata. Ed è proprio a Bologna che è in progetto una delle più importanti opere di cementificazione del territorio. Il passante, lo ripetiamo da anni, è un’opera scellerata che comporterà ulteriore consumo di suolo ed un aumento dell’inquinamento in un’area peraltro già inquinata. Di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico che ci colpiscono tanto duramente in queste settimane, la costruzione del passante appare quantomai vergognosa, dannosa per i cittadini e fuori dal tempo in cui viviamo. Anche continuare a costruire con il paraocchi è negazionismo.
L’amministrazione Lepore si prenda la sua parte di responsabilità, così come la destra cittadina e nazionale che continua a negare il cambiamento climatico e ha come problema principale la repressione del dissenso. Oggi, di fronte al disastro, prima ancora di dire “MAI PIÙ”, governo di destra e regione piddina si preparano e litigano su chi gestirà i miliardi della ricostruzione”