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DORA PALUMBO

sindaca

Patriarchy, I know your name!

Leggiamo in un editoriale del corriere una brillante analisi sociologica secondo cui lo smart working avrebbe aiutato le donne con figli, permettendo loro di “bilanciare la vita lavorativa e familiare”. È vero quanto si dice nell’editoriale, che per le donne impegnate in professioni che richiedono la presenza fisica la pandemia e la chiusura delle scuole hanno significato grandi difficoltà, portando spesso alla perdita del lavoro. Ma celebrare il telelavoro come una soluzione è agghiacciante. 

Riproduce l’idea tutta patriarcale delle donne “brave nel multitasking”, ovvero la constatazione del fatto che le donne sono costrette a far quadrare le proprie vite con un carico di lavoro di cura immenso. “Conciliare la vita lavorativa e familiare” durante il telelavoro è stato un incubo per moltissime donne, costrette a prendersi cura dei figli e della casa mentre tentavano di lavorare, e viceversa. 

Le donne hanno lottato per liberarsi dalla casa – che per inciso, come hanno fatto notare molte realtà antiviolenza come la Casa delle donne, per le donne non è mai stata un luogo sicuro, ma è spesso il luogo di riproduzione della violenza. 

Qualche anno fa il patriarcato diceva alle donne che scegliere la propria carriera, i propri desideri e i propri tempi di vita era egoista, perché non si sarebbero prese adeguatamente cura dei loro figli. Ora, i luminari del patriarcato ci propongono orgogliosi una soluzione: non serve lasciare la casa per lavorare! Potete farlo comodamente da casa vostra, mentre cambiate il pannolino a un bambino e cucinate la cena, nei ritagli di tempo potete lavorare!